venerdì 18 settembre 2020

La vera natura di Cristo!- Dio mio, Dio mio perchè mi hai abbandonato?




Una gentile Signora, mi ha fatto delle considerazioni e domande su alcuni aspetti della morte di Gesù, il Cristo di Dio. 

Porrò la lettera e l'acclusa riflessione:


Carissimo Boanerges,


ho letto con interesse il Suo post dedicato alle ultime parole di Gesù in croce (https://vangelodicristo.blogspot.com/2017/04/perche-mi-hai-abbandonato.html) e mi trovo d'accordissimo. 

 

Vorrei però sottoporle la mia riflessione e il dubbio che ne scaturisce:

Le ultime parole di Gesù: “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” rivelano che l'abbandono del Padre coincide con la morte e che finché il Padre è con noi, noi siamo in vita. Finché siamo in vita, è perché il Padre è con noi.

È come se per tutto il periodo della passione di Gesù, dal Getsemani al Calvario, fosse stata la vicinanza del Padre a far sì che Egli potesse non soccombere a tante sofferenze fisiche e spirituali, ma non appena questa viene meno, Gesù muore.

Come detto poco fa da padre Severino Medici a Radio Maria: Dio Padre ha esaudito la preghiera di Gesù nell'orto del Getsemani, al di là di ogni prospettiva umana. Gesù aveva chiesto che questo calice gli fosse allontanato, Dio Padre fa sì che Gesù, morendo, perché abbandonato da Lui, sconfigga la morte.

Tuttavia mi sorge la domanda: se anche Gesù è una persona della Santissima Trinità e per questo ha in sé la pienezza della Divinità, e quindi dell'Immortalità, perché l'abbandono del Padre coincide con la sua morte?

Mi viene in mente, che in realtà Gesù chiama il Padre come Dio: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Quindi si potrebbe forse dire che Gesù, rivolgendosi a Dio, rinuncia alla propria divinità per poter morire e poi riprenderla di nuovo? Forse lo sapremo solo in paradiso : ).


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L'interpretazione che ne da il sacerdote ha in se un principio errato:

"Come detto poco fa da padre Severino Medici a Radio Maria: Dio Padre ha esaudito la preghiera di Gesù nell'orto del Getsemani, al di là di ogni prospettiva umana. Gesù aveva chiesto che questo calice gli fosse allontanato,"  qui dimentichiamo un pezzo della frase fondamentale "non come voleva Cristo, ma come voleva il Padre" e questo ci fa capire che se anche Cristo si è lamentato, ma alla fine ha accettato il suo destino, che per altro dalla frase stessa fa capire conoscere. 
 
 "Dio Padre fa sì che Gesù, morendo, perché abbandonato da Lui, sconfigga la morte." 
No, questo non è giusto, perchè dicendo questo ammettiamo che Cristo non è un Dio. 

Il ragionare del sacerdote, come avviene sempre è esclusivamente umano, esso ragiona da un uomo, non da Dio, e qui fa il suo errore. Finché ragioniamo da uomini, non potremo mai entrare e capire il mistero di Dio. 

"morendo, perché abbandonato da Lui, sconfigga la morte." 
Il sacerdote più che dire, e proporre una sua teoria, non sa fare, non sa come questa sua teoria possa realmente realizzarsi per cui teorizza, senza conoscere come si possa tecnicamente parlando realizzare quello che afferma. In pratica gli mancano gli strumenti scientifici spirituali per saper come possa avvenire la cosa, per cui il suo parlare rimane piatto e senza fondamento. fa in pratica lo stesso identico errore, che fece S.Agostino quando incontrando l'angelo bambino non capì la lezione di Dio, che gli disse in pratica di non ragionare con la sua mente, ma di attendere che fosse Dio a parlare a lui, perchè la sua mente non poteva contenere tutta la sapienza e l'intelligenza di Dio, questo è l'errore che fanno moltissimi sacerdoti e altrettanti dotti, nel mondo.

 "in realtà Gesù chiama il Padre come Dio: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?"

Dire Dio mio, Dio mio, non significa dire di se di non essere Dio, ma semplicemente Gesù riconosce nel Padre colui che è più grande di Lui e colui che il primo Dio, cioè per tutti i suoi figli, sempre un Dio superiore a tutti gli altri dei, compreso il Figlio, per cui tale espressione indica solo che Gesù riconosce nel Padre suo l'altissimo, ma non perchè esso non lo sia. Tra dei ci si riconosce per grado di altezza, e ci si prostra anche tra dei, Dio Padre, essendo il primo in assoluto, anche il figlio riconosce questa sua posizione di primarietà, anche innanzi a Lui che pur sempre Suo figlio. Quindi in qualche modo si pone per secondo, anche se ne fa parte. Per cui anche il Figlio lo chiama Dio, come lo fanno tutti gli dei Onnipotenti cioè gli Elohim, anche loro chiamano Dio Padre, Dio; pur essendo essi stessi dei. 

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Dobbiamo pensare anche in modo asettico dal pensiero cristiano e porci la domanda, e gli altri che non credono quale padre hanno?

Se questo vale per i credenti cristiani ed ebrei, ma gli altri?

Il problema riguarda tutti, quando arriva la morte di una persona quello che abbandona il corpo non è il Padre Eterno, ma l'anima che Dio ci ha infuso, perchè è essa che regge il corpo, è essa che lo sostiene e gli da vita, il corpo senz'anima non vive più, chiunque sia, cristiano, pagano, ateo. Quindi nel momento che l'anima abbandona il corpo il corpo è già morto da qualche minuto. 

Il suo ragionare non è giusto, perchè se fosse vero quello che asserisce, Gesù non avrebbe potuto pronunciare quella frase, “Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?” perchè sarebbe stato già morto,visto che l'anima abbandona il corpo dopo che è sopravvenuta la morte,  non avrebbe avuto materialmente il tempo di dirla, perchè se l'abbandono del corpo equivale alla morte improvvisa, quella frase non poteva dirla.

Nel caso di Cristo, l'abbandono da parte del Padre, del corpo del Figlio non era riferito alla morte, ma semplicemente al fatto che Dio lo doveva per forza abbandonare. Gesù aveva un suo spirito proprio, capace di reggere alle sofferenze, non era privo di esso, ; Ma in aggiunta ad esso aveva anche lo Spirito del Padre in esso, perché disse" io faccio le opere del Padre mio", quindi il Padre era in Cristo.

Noi non sappiamo tecnicamente in quanti minuti sia morto Gesù dopo aver detto quella frase. Gesù realizza che lo Spirito del Padre si allontanò da esso, ma questo non si sa quando sia avvenuto, probabilmente durante la crocifissione, doveva permettere al corpo di cedere; ma allo stesso tempo non poteva morire subito, all'istante, altrimenti non avrebbe potuto affermare quella stessa frase.

"Quindi si potrebbe forse dire che Gesù, rivolgendosi a Dio, rinuncia alla propria divinità per poter morire e poi riprenderla di nuovo?" 

No, Gesù non rinuncia proprio a nulla!

Intanto è abbastanza difficile dire con sicurezza matematica, quale sia stata la vera frase detta da Gesù, visto che, nemmeno i presenti compresero bene cosa diceva, si presume che disse Eli, Eli, lo presumono anche gli stessi apostoli. Ma ammettendo che abbia anche detto, così effettivamente, vediamo di capire i vari aspetti delle persone della Trinità, perché sta in questo la soluzione, il Padre celeste è colui che da la vita, quindi la può anche togliere, il creatore, colui che da vita. Il Figlio è colui che è la verità. Lo Spirito Santo è invece colei che porta la conoscenza di Dio al mondo,  principalmente l'essere immacolato e la perfezione. Dobbiamo anche pensare che Gesù stesso dice di se stesso di essere egli stesso la stessa persona del Padre. Ora se Gesù è il Padre stesso, dobbiamo leggere quella frase in modo diverso, fa capire che la natura di Gesù è diversa dalla nostra, il suo essere è composto da alcuni spiriti, tra cui il Padre e lo Spirito Santo in un corpo carnale, ma anche lo stesso spirito del Figlio; la soluzione è a portata di mano, nella sua stessa frase: "io sono la via, la verità e la vita. " questa frase non è banale come sembra, ha in sé un segreto, Gesù ci fa capire che egli è formato da tre spiriti, uno che porta la Via, cioè lo Spirito Santo, uno che porta la Verità, il suo spirito e uno che porta la Vita, cioè il Padre Celeste. Se togliamo dal corpo di Cristo uno solo di questi spiriti il corpo carnale di Cristo potrebbe iniziare a cedere, ma fin tanto che i tre sono assieme fusi insieme il corpo è incorrotto, incorruttibile. Potremmo dire che venne meno la presenza del Padre che da La vita, Cristo reggeva la sua natura su se stesso cioè sul suo potere della verità e su quello dello Spirito Santo cioè la via, quindi è ovvio pensare che senza il Padre Celeste Cristo non sarebbe vissuto molto a lungo e quindi in questo le devo dar ragione.

Ma abbastanza a Lungo per poter affermare quella frase, ovviamente questa mancanza della presenza del Padre, in Cristo è servita non solo per portare il Figlio alla morte fisica, ma anche come ho scritto di far si che mediante, sia il potere insito in Cristo dello Spirito Santo e il suo stesso potere della Verità, esso sarebbe potuto risorgere, senza nemmeno il potere effettivo del Padre, cioè della vita. Potremmo anche dire che Cristo ha generato in se, una nuova vita, portando con sé il corpo stesso, e quindi trasformando il corpo, in nuovo uomo. In pratica senza l'appoggio del potere del Padre, esso si fatto Padre, Cristo si fatto Padre, diventando padrone della vita e rendendo immortale il suo stesso corpo, mortale. Ovviamente, nel momento in cui esso fa risorgere il corpo, il Padre si è riunito a Lui, in pratica la via, la verità e la vita sono diventate un tutt'uno, dove però la vita ha potenziato il suo potere, perché Cristo non ha avuto bisogno dell'intervento del Padre per risorgere, ma lo ha fatto da solo, dimostrando che Egli era effettivamente il Figlio unigenito del Padre, quindi Dio stesso! 

Certamente in paradiso sapremo la verità, tutta assieme, ma intanto accontentiamoci.